Gli Autistici a servizio del Terzo Settore. Un percorso di avvicinamento al mondo del lavoro.


Il diritto al lavoro per tutti è sempre stato considerato un punto di riferimento irrinunciabile per la nostra associazione che da sempre vuole dare voce ai diritti dei soggetti autistici e alle loro famiglie. 
La sensazione che si ha oggi è che il diritto ad avere un lavoro, quali che siano le condizioni psicofisiche della persona, non sia più considerato un requisito irrinunciabile, quel valore in sé che non permette di parlare di dignità della persona se ad essa non viene garantita questa fondamentale opportunità.

E' possibile affermare che la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dallo Stato italiano con la Legge18/09, somigli più a una dichiarazione di intenti che a una prassi vera e propria.
Un diritto primario come il lavoro stenta, così, ad affermarsi, con la conseguenza che la persona con disabilità e la sua famiglia si trovano ad affrontare con grande difficoltà ogni prospettiva futura. Se è vero che il tasso di disoccupazione dei disabili è quattro volte più alto di quello dei 'normodotati', nell'autismo emerge una situazione ancora più critica, giacché soltanto una persona su dieci ha oggi un impiego.
Stanti queste premesse, è veramente difficile continuare a pensare che gli sforzi debbano andare unilateralmente nella direzione della 'normalizzazione' della persona autistica.
La proposta di Angsa Novara Vercelli Onlus è di coinvolgere il territorio andando a bussare alle porte di quei soggetti che potrebbero avere una 'sensibilità' più portata a provare una sperimentazione di passaggio e avvicinamento al mondo del lavoro.

Alcune associazioni sul territorio fanno attività che facilmente potrebbero adattarsi alla capacità dei soggetti autistici, in particolare ad alto funzionamento. Attività che richiedono una certa ripetitività, che nel loro svolgimento non comprendono ambienti particolarmente rumorosi o con un contatto diretto con il cliente.

L'obiettivo è quello di rovesciare la piramide: dev'essere abbattuta la mentalità che fonda le sue radici nella credenza che se i 'diversi' non possono vivere in un mondo 'normale', non rimane che assisterli caritatevolmente in famiglia o relegarli in strutture diurne o residenziali di tipo assistenziale (dove, come ben sappiamo, l'obiettivo non è sicuramente la maturazione e la crescita dell'individuo, ma la sorveglianza e il contenimento).
Deve conseguentemente essere incentivata la creazione di modelli diversi da quelli proposti finora, per offrire opportunità che soddisfino i bisogni di ciascuno nel rispetto della diversità. Solo a queste condizioni le persone autistiche potranno trovare sbocchi lavorativi conformi al loro essere.
Questo percorso che l'associazione vuole proporre permetterebbe un avvicinamento al lavoro, con tutte le regole, le responsabilità e i riconoscimenti, attivando delle piccole borse lavoro, di un impego ma in un ambiente frequentato da persone con una sensibilità e un mission orientata all'altro.

Il progetto è sostenuto dalla Fondazione CRT e dall'Associazione Mani Operose di Novara